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Inversione della fisiologica lordosi cervicale: cos’è, significato, sintomi e cosa fare

L’inversione della fisiologica lordosi cervicale è un reperto molto comune alle indagini strumentali come la risonanza magnetica al collo, alla radiografia (RX) o alla TAC. Solitamente, i pazienti che si sottopongono a tali indagini e che ritrovano nel proprio referto queste diciture sono soggetti che hanno dolore cervicale, cervicobrachialgia, artrosi cervicale, cervicale e vertigini o distirbi nella parte superiore del corpo.

In questo articolo sarà approfondito il significato dell’inversione della fisiologica lordosi cervicale, quali sono i sintomi, quando preoccuparsi, cosa fare nel pratico e a chi rivolgersi.

 

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Cos’è la lordosi cervicale 

Prima di entrare nel merito dell’inversione della fisiologica lordosi cervicale, è bene “ripassare” cosa sia la normale (fisiologica) lordisi a livello del rachide cervicale (zona del corpo compresa tra testa e spalle).

La lordosi cervicale è la naturale curvatura a forma di C del collo e, per sua definizione, è convessa anteriormente e concava posteriormente. In altre parole, la “pancia” della C è rivolta in avanti mentre la zona “aperta” della C è rivolta indietro. Guardando una C che rappresenta una lordosi cervicale, così come è scritta, avremo la testa in alto rivolta verso sinistra.

Proprio come la lordosi lombare, questa curvatura, che viene definita anche lordotica, ha lo scopo di sostenere la testa e garantirne i movimenti nello spazio consentendone la tridimensionalità. A livello lombare e cervicale, quindi, parleremo di lordosi, mentre a livello dorsale o toracico e a livello sacrale parleremo di cifosi – medesima curvatura della lordosi ma “rovesciata” (una C rivolta dalla parte opposta).

Seppur non vi siano dei dati numerici netti che indichino con esattezza a quali gradi di iper-lordosi o iper-cifosi si debba parlare di vera e propria patologia, molto spesso pazienti con cervicalgia, artrosi cervicale, cervicale e vertigini o cervicobrachialgia o altri disturbi a carico della colonna vertebrale cervicale, potranno leggere nei propri referti terminologie come:

  • inversione della fisiologica lordosi cervicale;
  • tendenza all’inversione della fisiologica lordosi;
  • inversione lordosi cervicale;
  • delordosi cervicale;
  • rettificazione della lordosi cervicale;
  • rettilineizzazione de
  • raddrizzamento della fisiologica lordosi cervicale;
  • attenuazione della fisiologica lordosi cervicale;
  • scomparsa della lordosi cervicale;
  • curva cervicale invertita;
  • lordosi cervicale invertita;
  • inversione cifotica della lordosi cervicale.

In linea generale, quello che tali termini indicano è una riduzione più o meno importante della naturale curvatura della colonna vertebrale cervicale sul piano sagittale (ovvero il piano che si osserva guardando una persona di fianco).

Ma quando la curva cervicale è un problema? O meglio, la curva cervicale è o non è un problema?

  

Inversione della fisiologica lordosi cervicale significato

Il significato di tale reperto è a oggi molto controverso, tanto da mettere in discussione quando davvero sia una patologia o quando sia invece solamente una normale caratteristica dell’individuo.

Prima di addentrarci nel merito dell’inversione della curvatura cervicale, è bene sapere che il risultato e le immagini delle risonanze magnetiche o delle radiografie dipendono molto dal posizionamento del paziente e dalla qualità del macchinario. Ad esempio, un paziente che ha subito pochi giorni prima un colpo di frusta cervicale e che al momento del test ha dolore intenso, è possibile che mantenga una posizione del collo molto rigidità e “non naturale” in protezione contro il dolore. In questo caso, è probabile che ripetendo la medesima indagine strumentale settimane dopo con sintomi molto meno intensi il paziente possa assumere la sua naturale posizione e constatare delle immagini lievemente diverse.

In altri casi, invece, vi sono pazienti che hanno una riduzione della fisiologica lordosi sia congenita sia acquisita nel corso del tempo a causa di invecchiamento, processi degenerativi, carico lavorativo, sportivo o di altra natura.

Dal punto di vista terminologico, quindi, la riduzione dell’ampiezza della fisiologica curvatura lordotica cervicale altro non è che una tendenza della C a ridursi e a “spostarsi” lievemente verso una cifosi. I casi di vera e propria cifosi cervicale, tuttavia, sono molto rari.

Un piccolo approfondimento prima di entrare nel merito dei sintomi e delle strategie da adottare in caso di lordosi cervicale invertita: cos’è la lordosi cervicale, in definitiva?

 

Inversione della fisiologica lordosi cervicale cos’è 

Un piccolo messaggio da portare a casa per tutti i pazienti: la riduzione della curvatura cervicale nella maggior parte dei casi non è una patologia e non è detto che debba essere modificata. Vi sono tanti soggetti che hanno una inversione della lordosi del distretto cervicale che non hanno alcun sintomo e, allo stesso tempo, vi sono pazienti con problematiche cervicali che hanno una perfetta lordosi cervicale.

È bene sapere che nella maggior parte dei casi le persone si accorgono di avere questa tendenza alla riduzione della lordosi sottoponendosi a indagini strumentali per altre ragioni, come nel caso di una intensa cervicobrachialgia da ernia cervicale o nel caso di una radiografia eseguita in pronto soccorso per escludere una frattura dopo un colpo di frusta. Dell’inversione della propria fisiologica lordosi, il paziente con colpo di frusta non ne sapeva assolutamente nulla prima di fare la radiografia! Ecco che quindi anche l’inversione della curvatura cervicale potrebbe essere del tutto asintomatica.

Dov’è quindi il problema?

Il problema risiede nella mal gestione delle problematiche cervicali in senso più generale, non nella gestione della lordosi in senso specifico. Modificare la lordosi cervicale, richiedendo tale procedura una modifica versa e propria della struttura ossea e articolare del collo, non è il alcun modo possibile. Quando la lordosi si modifica, è verosimile lo faccia in funzione della modifica dei sintomi. In altre parole, gli scenari sono due:

  • soggetto senza sintomi con inversione della fisiologica lordosi cervicale che non ha idea di averla – e non è detto che dia problemi per tutta la vita;
  • paziente con dolore cervicale che ha modificato la propria lordosi cervicale semplicemente per via del fatto di aver assunto una posizione del collo di difesa dal dolore (assolutamente normale e utile nelle prime fasi del disturbo) e che si modifica una volta risolto il dolore (situazione che non richiede più un atteggiamento di protezione del collo).

Ricordate bene: è impossibile attraverso tecniche manuali o esercizi modificare la struttura ossea o articolare del collo. Quello che è possibile fare è ridurre ed eliminare il dolore, modificare la posizione del collo nel caso in cui ci sia o ci sia stato un atteggiamento di protezione del rachide cervicale e migliorare la mobilità o l’estensibilità muscolare per garantire più movimento e libertà articolare. Nel caso di una riduzione della fisiologica lordosi cervicale, alcuni movimenti come quelli di rotazione del collo o di estensione cervicale, potrebbero essere più limitati.

 

Inversione della fisiologica lordosi cervicale C3 C4, C4 C5, C5 C6 e C6 C7 

Ci sono zone cervicali più predisposte all’inversione della curva?

Quali sono le più frequenti?
Quali sono le più problematiche?

Queste e altre sono solo alcune delle domande più frequenti dei pazienti che si rivolgono al fisioterapista.

In linea generale, l’inversione della curva viene identificata quando alle indagini strumentali viene osservata la colonna vertebrale cervicale in senso più globale e non in modo specifico per singola vertebra o gruppi di vertebre. Ciò nonostante, non è così raro leggere nei referti della radiografia o della risonanza magnetica le medesime diciture associate al numero specifico delle vertebre cervicali corrispondenti. Tra questi ricordiamo principalmente:

  • inversione della fisiologica lordosi cervicale C3 C4;
  • inversione della fisiologica lordosi cervicale C4 C5;
  • inversione della fisiologica lordosi cervicale C5 C6;
  • inversione della fisiologica lordosi cervicale C6 C7. 

Queste terminologie sono tra loro sinonimi: indicano semplicemente il distretto specifico, ovvero il livello della colonna vertebrale nel quale la lordosi sembra più accentuata o il livello che costituisce il centro della riduzione della curvatura. Come approfondito anche negli altri articoli legati alle problematiche cervicali, come la cervicobrachialgia, l’ernia cervicale e cervicale e vertigini, ricordiamo che C significa cervicale e il numero indica, dall’alto in basso, il numero della vertebra. C3 sarà la terza vertebra cervicale, C4 la quarta e così via. 

Dopo aver compreso che la lordosi cervicale non comporta alcuna condanna al dolore e che non deve essere considerata assolutamente come una patologia a priori, le prossime righe approfondiranno quali possono essere i sintomi associati che i pazienti con tale inversione di curva possono avere o sviluppare.

 

Inversione della fisiologica lordosi cervicale sintomi

Come detto nelle righe precedenti, le alterazioni della colonna vertebrale cervicale potrebbero essere del tutto asintomatiche e non essere considerate un problema a priori. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti che si sottopone a indagini strumentali e che legge nel proprio referto diciture di questo genere hanno solitamente: 

  • cervicalgia (o dolore cervicale);
  • cervicobrachialgia (dolore al collo e al braccio);
  • cervicale e vertigini (dolore al collo e sensazione di sbandamento);
  • artrosi cervicale associata all'inversione della curva;
  • collo rigido.

Ad ogni modo, è bene sapere che non è del tutto corretto parlare di veri e propri sintomi dell'inversione della fisiologica lordosi cervicale. Essendo in molti casi un normale reperto strumentale che oltretutto potrebbe permanere nel tempo anche in caso di risoluzione dei sintomi e completa guarigione, è molto più corretto discutere dei sintomi cervicali (dolore, rigidità, mal di testa - cefalea o vertigini) con o senza inversione della curva associata. 

 

Inversione della fisiologica lordosi cervicale cosa fare

Questa inversione della curvatura della colonna vertebrale cervicale è una condanna per il dolore?

In caso di risoluzione dei sintomi, devo preoccuparmi?

E' un fattore di rischio per le problematiche al collo?

A tutte queste domande la risposta è: fortunatamente no.

Quando si legge nel proprio referto diciture di questo tipo è per via del fatto che ci si è sottoposti ad alcune indagini per approfondire un problema esistente, ma non di certo per scoprire se si ha o meno una inversione di curva cervicale o se si ha qualche alterazione della direzione della curva stessa. Pertanto, affidarsi a un fisioterapista specializzato nella cervicale è ciò che i pazienti devono fare, ricordando di rivolgersi sempre a professionisti laureati e iscritti all'albo professionale. 

Grazie alla propria approfondita visita, il fisioterapista sarà in grado di identificare le situazioni in cui l'inversione della curvatura cervicale possa essere coinvolta nei sintomi del paziente o quando, in realtà, rappresenta solo ed esclusivamente la direzione della curvatura di quel paziente. Ricordiamo bene che ciascun paziente ha la propria anatomia, la propria postura e le proprie caratteristiche fisiche che sono uniche e non di certo comuni ad altri individui.

 

C'è qualcosa che posso fare in autonomia in attesa della visita con il fisioterapista?

Anche in questo caso, fortunatamente, la risposta è sì, esistono degli esercizi molto semplici che possono essere eseguiti dal paziente in autonomia da subito e che hanno lo scopo di migliorare la mobilità del collo e ridurre la tensione muscolare percepita. Questi esercizi possono essere eseguiti da chiunque dal momento che sono a basso carico, semplici e non richiedono particolare attrezzature. Per tutti gli altri esercizi e per le vere e proprie terapie per l'inversione della fisiologica curvatura cervicale, ciascun paziente dovrà intraprendere il proprio percorso riabilitativo specifico e personalizzato con il fisioterapista.

 

Inversione della fisiologica lordosi cervicale esercizi

Ecco un semplice esercizio che puoi fare in attesa della tua visita! Ricorda di prenotarla per capire quando la riduzione della lordosi potrebbe essere un problema o quando, invece, non lo è.

 

 

 

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Dolore davanti al ginocchio: cos’è, sintomi, cura, rimedi ed esercizi

Il dolore al ginocchio è una delle condizioni cliniche più comuni in ambito muscoloscheletrico e può essere secondario a numerose cause. A seconda della sua localizzazione, davanti, dietro, interno o esterno, sarà possibile inquadrare in modo preliminare le patologie che possono esserne causa e intraprendere un corretto trattamento. Non solo, a seconda del movimento che scatena il dolore, come la flessione (piegamento) o l’estensione (distensione), sarà possibile ulteriormente stabilire quali strutture dell’articolazione del ginocchio possano essere coinvolte nella problematica.

Tra le diverse localizzazione di dolore al ginocchio, la zona anteriore (davanti) è la più frequente. In questa zona, il dolore potrà essere percepito davanti al ginocchio sotto la rotula, sopra la rotula, sotto il ginocchio o sopra il ginocchio.

Lo scopo di questo articolo sarà quello di comprendere cos’è il dolore davanti al ginocchio (o dolore ginocchio anteriore), conoscere quali possono essere le cause scatenanti e le strategie più appropriate per risolverle.

 

Dolore al ginocchio davanti: quali strutture? 

Il ginocchio è l’articolazione più grande del nostro corpo ed è composto da un numero davvero elevato di strutture legamentose, tendinee, ossee, muscolari e nervose. In particolare, davanti al ginocchio ritroviamo, principalmente, la rotula (l’osso circolare davanti al femore), i condili femorali (le due eminenze ossee dell’osso lungo della coscia – il femore), la parte anteriore del piatto tibiale (in particolare la tuberosità tibiale sulla quale si inserisce il tendine rotuleo), il margine anteriore dei menischi e, infine, il corpo di Hoffa.

In caso di sollecitazioni ripetute o microtraumi continuativi nel tempo o, ancora, veri e propri traumi al ginocchio, è possibile sviluppare sintomi, tra cui dolore e rigidità, anteriormente al ginocchio che prenderà il proprio nome in funzione della patologia. Tra queste, le più comuni cause di dolore davanti al ginocchio non traumatiche sono:

Tra quelle di tipo traumatico, invece, ritroviamo:

 

 

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Dolore al ginocchio davanti o anteriore di ginocchio: sintomi e segni

Il dolore davanti al ginocchio avrà segni e sintomi diversi a seconda delle cause che lo scatenano. Il sintomo più comune, sia nelle patologie articolari o non articolari, traumatiche o non traumatiche, è il dolore associato o meno alla rigidità. In caso di trauma, è possibile siano presenti anche gonfiore (edema) o ecchimosi (livido) a seconda della gravità. Nel caso di lesioni legamentose (come quella del crociato anteriore) il gonfiore è molto comune, mentre non sarà così comune nelle lesioni meniscali.

Curiosamente, in caso di artrosi (patologia degenerativa per eccellenza) il sintomo più importante è la rigidità (in particolare al mattino) inferiore alla durata di un’ora e non il dolore davanti al ginocchio  – seppur sia certamente presente nei movimenti di maggiore sollecitazione articolare.

Ad ogni modo, i sintomi davanti al ginocchio sono più comuni rispetto alle altre localizzazioni, ma è bene sapere che potrebbero associarsi a dolore o rigidità anche in altre zone anatomiche: dietro all’articolazione, sopra alla rotula o sotto quest’ultima. Come detto in precedenza, non sarà sufficiente sapere la zona di dolore ma, al tempo stesso, sarà indispensabile conoscere il movimento che causa dolore davanti al ginocchio.

Per questo motivo, lo scopo delle righe successive sarà quello di approfondire i disturbi che possono essere causa di dolore al ginocchio quando lo piego o quando lo stendo.

 

Dolore al ginocchio davanti quando lo piego

Il dolore al ginocchio davanti quando lo piego è molto comune ed è solitamente secondario a:

  • Eccessiva tensione muscolare del quadricipite;
  • Infiammazione del tendine rotuleo;
  • Limitazione della mobilità della rotula che, durante la flessione, dovrebbe muoversi caudalmente (ovvero verso il basso);
  • Sindrome femoro-rotulea o dolore femoro-rotuleo;
  • Artrosi di ginocchio;
  • Dolore meniscale, meniscopatia o lesione meniscale;
  • Frattura;
  • Lesione legamentosa.

 

Dolore al ginocchio davanti quando lo stendo

 Il dolore davanti al ginocchio in estensione, ovvero durante la distensione della gamba partendo da una posizione di flessione dell’articolazione, solitamente è secondario a:

  • Problemi a carico di quella che viene definita artrocinematica, ovvero delle piccole alterazioni dei movimenti di scivolamento tra le superfici articolari tra femore e tibia o tra femore e rotula;
  • Infiammazione del Corpo di Hoffa o Hoffite – in particolar modo in pazienti che soffrono o hanno sofferto di tendinopatia rotulea o in pazienti che hanno dolore soprattutto nella fase terminale dell’estensione negli ultimi gradi di movimento;
  • Lesione meniscale;
  • Corpi liberi intra-articolari (anche di tipo meniscale o di altra natura come quella cartilaginea).

 

Dolore davanti al ginocchio: corsa

Il dolore davanti al ginocchio durante la corsa è molto frequente ed è possibile distinguerlo sostanzialmente in tendinopatia rotulea o in sindrome femoro-rotulea. Tra le differenze più importanti, vi sono sia la localizzazione di dolore anteriore al ginocchio sia il comportamento dei sintomi.

Nel caso di infiammazione del tendine rotuleo, infatti, il paziente riferirà dolore sotto la rotula mentre in caso di sindrome femoro-rotulea i sintomi saranno riferiti sia sotto che sopra o intorno alla rotula stessa in modo più diffuso.

L’ulteriore differenza sostanziale è quella legata al comportamento dei sintomi. Mentre il paziente con infiammazione del tendine rotuleo lamenterà dolore all’inizio della corsa e una parziale risoluzione, fino a un solo fastidio al ginocchio, nella seconda fase “una volta riscaldata” l’articolazione, il paziente con dolore femoro-rotuleo lamenterà dolore o altri sintomi – di solito – per tutta la durata dell’attività.

Come tipologia di sintomi, è possibile che il dolore al tendine rotuleo sia un dolore pungente al ginocchio nella fase più acuta e che sia, invece, un fastidio diffuso dopo un adeguato riscaldamento (fenomeno del warm-up).

Curiosamente, in entrambe le patologie sarà presente il segno del cinema, ovvero il dolore, il fastidio e la rigidità anteriore al ginocchio percepita dopo un periodo di tempo prolungato trascorso in posizione seduta che costringe il soggetto a piegare e distendere l’articolazione per trarre sollievo.

 

Cura, rimedi ed esercizi per dolore davanti al ginocchio

In caso di dolore davanti al ginocchio, le cure, i rimedi e gli esercizi più efficaci dovranno essere personalizzati sulla base della patologia alla base dei sintomi riferiti dal paziente. Ciascun disturbo, infatti, beneficia da esercizi specifici che potrebbero non essere indicati per altre affezioni. Ad esempio, dati e scienza alla mano, la tendinopatia rotulea potrebbe beneficiare dalla contrazioni isometriche nella fase acuta (mantenimento della posizione di squat per alcuni secondi), mentre altri disturbi come l'artrosi di ginocchio o la sindrome femoro-rotulea potrebbero beneficiare maggiormente dagli esercizi di rinforzo dell'anca per preservare l'articolazione del ginocchio nelle prime fasi acute.

Per questi motivi, in caso di dolore davanti al ginocchio sarà indispensabile contattare il proprio fisioterapista di fiducia per sottoporsi a un'approfondita valutazione composta di palpazione, test attivi, test muscolari, test passivi e test speciali (come i test per le patologie specifiche), con lo scopo di impostare il corretto trattamento.

 

 

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Fascite plantare: sintomi, cura, rimedi ed esercizi

 

Cos'è la fascite plantare

La fascite plantare, conosciuta anche con il nome di fasciopatia plantare, è un'infiammazione della fascia plantare, tessuto fibroso che si trova sotto la pianta del piede, al di sotto della cute, e che nasce dal calcagno e si ancora alla base della parte anteriore del piede. La funzione della fascia plantare, è quella di trasmettere le forza dalla parte posteriore del piede a quella anteriore e di fungere da ammortizzatore del nostro peso corporeo. Nel caso di patologie infiammazioni della fascia plantare, ci troveremo di fronte al comune quadro di fascite plantare.

 

Fascite plantare: sintomi 

sintomi della fascite plantare sono:

  • dolore sotto al calcagno;
  • dolore sotto al calcagno che si espande fino alla base dei metatarsi, la parte iniziale delle dita sulla pianta del piede;
  • rigidità mattutina (dolore alla base del piede ai primi passi);
  • dolore che peggiora all'inizio delle attività (primi passi la mattina, primi passi di una attività come la camminata o lo sport) e che si riduce nel corso delle attività per poi peggiorare, nuovamente, al termine delle attività stesse.

Solitamente i sintomi di fascite plantare si riducono in posizione seduta o distesa, ovvero nei momenti in cui non sollecitiamo la pianta del piede, mentre peggiorano in caso di attività come il cammino, lo sport o, in particolare, i primi passi al mattino.

 

Diagnosi di fascite plantare

La diagnosi di fascite plantare è solitamente clinica, ovvero ottenuta attraverso il colloquio e la visita del paziente. In particolare, i test e le manovre specifiche per la diagnosi di fascite plantare consistono in:

  • palpazione di zone specifiche del calcagno che, in caso di fascite plantare, evocheranno il dolore del paziente che potrà essere localizzato nella zona di pressione o irradiato anche alla parte laterale del piede o lungo tutta la pianta fino alle dita;
  • windlass test: una manovra specifica per la fascite plantare che consiste in movimenti dell'alluce sia con il paziente seduto che con il paziente in piedi.

In caso di dubbi, sintomatologia persistente o sintomi riconducibili ad altre patologie, possono essere prescritte radiografie (RX), risonanza magnetica ecografia per approfondire il quadro clinico del paziente che potrebbe non avere una fascite plantare.

 

Fascite plantare cronica

Per fascite plantare cronica si intendono tutte le fasciti plantari che durano da tempo e che tendono ad avere recidive, ovvero ricadute con aumento del dolore e della rigidità nel corso del tempo. Solitamente, le cause della fascite plantare cronica sono riconducibili ad attività quotidiane o sportive importanti che eccedono la capacità del piede, del tallone e della fascia plantare di sopportare il peso del corpo e le attività stesse. In questi casi specifici, è indispensabile rivolgersi quanto prima al proprio fisioterapista per comprendere quale possa essere il percorso di cure più appropriato per ridurre il dolore e gli altri sintomi di fascite plantare con l'obiettivo di ridurre il tasso di ricadute ed evitare che la patologia cronica si perpetui nel tempo.

 

Fascite plantare rimedi, cura ed esercizi

Le cure e i rimedi proposti in ambito sanitario per la fascite plantare, purtroppo, sono tanti e nella maggior parte poco efficaci.

Solitamente la cura più efficace per la fascite plantare è composta da una combinazione di esercizi specifici di rinforzo (soprattutto) e allungamento della fascia plantare in diverse posizioni (in piedi, seduto o in posizione supina - distesa) prescritti da un fisioterapista specializzato in ambito muscoloscheletrico e, nei casi più complessi, di farmaci prescritti  dal medico di medicina generale o dallo specialista. Tuttavia, è bene sapere che i farmaci non sono la prima linea di intervento per questa patologia e che, invece, gli esercizi specifici per la fascia plantare sono i più efficaci per ridurre il dolore, la rigidità e per consentire al paziente di ritornare alle proprie attività lavorative, ludiche o sportive senza sintomi.

 

Esercizi per la fascite plantare

Gli esercizi più efficaci per la fascite plantare sono tutti gli esercizi che prevedono il sollevamento del tallone in una posizione in cui l'alluce è sollevato rispetto alla linea del pavimento. Il sollevamento dell'alluce negli esercizi per la fascite plantare consente di essere più specifici ed efficaci sulle zone del corpo di interesse senza disperdere l'effetto dell'esercizio su altre regioni del piede.

 

Esercizio 1. Mantenimento della posizione.

 

  1. Posiziona un asciugamano arrotolato sotto le dita dei piedi;
  2. Mantieni l'equilibrio utilizzando le braccia in appoggio al muro o a un supporto (tavolo, sedia);
  3. Esegui un sollevamento sulla punta del piede e mantieni la posizione 10 secondi;
  4. Ripeti l'esercizio tutti i giorni per 3-4 serie (il dolore non deve peggiorare la mattina dopo - nel caso succeda, riduci le serie o il tempo di mantenimento sulla punta del piede).

 

Esercizio 2. Sollevamento sulla punta del piede in visione laterale (primo video) e in visione posteriore (secondo video).

 

  1. Posiziona un asciugamano arrotolato sotto le dita dei piedi;
  2. Mantieni l'equilibrio utilizzando le braccia in appoggio al muro o a un supporto (tavolo, sedia);
  3. Esegui 6-8 sollevamenti sulla punta del piede;
  4. Ripeti l'esercizio tutti i giorni per 2-3 serie (il dolore non deve peggiorare la mattina dopo - nel caso succeda, riduci le serie o il tempo di mantenimento sulla punta del piede).

 

 

 

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