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Riduzione dello spazio intersomatico: cos’è, sintomi e cosa comporta

 

Molto spesso i pazienti mal di schiena lombare (o lombalgia), schiena rigida, cervicobrachialgia, sciatica o altri disturbi leggono nel referto della propria risonanza magnetica diciture come “riduzione dello spazio intersomatico”, “riduzione dello spazio vertebrale” o altre terminologie.

Lo scopo di questo articolo è quello di approfondire che cos’è la riduzione dello spazio compreso tra due vertebre, cosa comporta e quali sono le corrette modalità di gestione.

 

Riduzione dello spazio intersomatico cos’è

La riduzione dello spazio intersomatico è la diminuzione dell’ampiezza della zona compresa tra una vertebra e l’altra, ovvero lo spazio anatomico dove è posizionato il disco intervertebrale.

Le superfici superiori e inferiori delle vertebre (in particolare dei corpi vertebrali) prendono il nome di piatti vertebrali. Questi piatti sono i limiti anatomici dello spazio intersomatico o intervertebrale.

Gli spazi intersomatici possono essere osservati sia alla radiografia che alla TAC e alla risonanza magnetica. Tuttavia, solo la TAC e la risonanza magnetica sono in grado di analizzare nel dettaglio la struttura del disco intersomatico all’interno di tale spazio. La radiografia, infatti, è in grado di vedere unicamente il tessuto osseo, pertanto rileva le strutture vertebrali e i relativi piatti, ma non il disco intervertebrale.

 

Spazio intersomatico L5 S1

La diminuzione dell’ampiezza dello spazio compreso tra una vertebra e l’altra può avvenire a qualunque livello della colonna vertebrale. Tuttavia, il più comune è sicuramente la riduzione dello spazio intersomatico L5 S1, ovvero lo spazio anatomico compreso tra la quinta vertebra lombare e la prima vertebra sacrale. Questa zona è particolarmente conosciuta per la presenza di discopatia.

Lo spazio discale L5 S1 potrebbe essere analizzato alla radiografia, unicamente come altezza e distanza tra le due vertebre, o potrebbe essere studiato attraverso risonanza magnetica con l’analisi anche dello stato di salute del disco. Non è un caso, infatti, che i pazienti spazi intersomatici ridotti o ridotta ampiezza dello spazio intersomatico L5 S1 abbiano anche alla risonanza magnetica una discopatia L5 S1.

 

Riduzione dello spazio articolare intersomatico sintomi

Scoprire di avere una riduzione dello spazio intervertebrale è molto più comune di quanto si pensi. Con il passare degli anni, infatti, la nostra schiena si comporta esattamente come il nostro viso sul quale, col tempo, emergono le rughe. Così come la cute del volto, anche la colonna vertebrale può andare incontro a processi di invecchiamento e degenerazione che non necessariamente creano problemi. Vi sono tantissime persone, infatti, che non sanno nemmeno di avere un ridotto spazio discale, una discopatia o, addirittura, un’ernia del disco.

Nei pazienti invece con mal di schiena o altri sintomi a carico della colonna vertebrale, la presenza di riduzione degli spazi intersomatici, discopatie o altre alterazioni strutturali, deve guidare i fisioterapisti e i medici nella cura e nel percorso terapeutico. Nello specifico, una riduzione degli spazi intersomatici, a livello cervicale o a livello lombare, è probabile crei rigidità articolare che, nel tempo, possa sfociare in uno scorretto lavoro muscolare e conseguente dolore e, di nuovo, rigidità. Questo meccanismo se protratto nel tempo potrebbe generare un circolo vizioso per il quale i pazienti non riescono a trovare sollievo nelle attività di vita quotidiane, nello sport o a lavoro.

 

Riduzione spazio intersomatico cosa fare e a chi rivolgersi

Se si viene a conoscenza della presenza di riduzione dello spazio intersomatico cervicale, dorsale o lombare, è probabile che il motivo sia il referto medico della propria risonanza magnetica o della propria radiografia eseguita per approfondire la problematica a carico della colonna vertebrale. Tra le più comuni vi sono sicuramente sciatica, mal di schiena o lombalgia, cervicobrachialgia, schiena rigida, mal di schiena a letto e altre ancora.

Ad ogni modo, la prima cosa da fare in questi casi è non allarmarsi. Come detto nelle prime righe di questo articolo è molto comune avere una riduzione degli spazi intersomatici, anche in età molto giovane. La seconda, e forse più importante, è quella di rivolgersi a un fisioterapista specializzato nelle problematiche della colonna vertebrale per scoprire quanto la riduzione dello spazio intersomatico sia causa dei sintomi (talvolta non lo è affatto!).

Le Linee Guida scientifiche parlano chiaro: in caso di spazio intersomatico ridotto a livello cervicale, toratico o lombare, la fisioterapia è la prima linea di intervento. Quest’ultima, infatti, è priva di rischi ed è raccomandata per qualunque paziente a prescindere dall'età, dallo stato di salute generale e dallo stato di fitness. Lo spazio intersomatico si gestisce, non si cura e non si modifica. La buona notizia è che non è necessario modificare l'anatomia degli spazi intervertebrali per stare bene. Piuttosto, dal moomento che è probabile che creino uno squilibrio muscolare e un'alterata capacità dei muscoli stessi di attivarsi, contrarsi e muovere la colonna vertebrale, è assolutamente necessario rivolgersi a un fisioterapista specializzato che tratti la tensione muscolare, la rigidità e che prescriva esercizi specifici che possono essere svolti dai pazienti anche in autonomia.

 

 

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