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L’essenza del mio lavoro si fonda sul rapporto di fiducia tra professionista e paziente

 

L'obiettivo che mi pongo prima ancora di intraprendere ogni percorso con i miei pazienti è quello di instaurare fiducia reciproca. In qualità di professionista della salute, ho particolarmente a cuore il legame che si crea tra me e il paziente che si rivolge alla mia professionalità per una problematica di salute. Per questo motivo, ascolto e comprensione saranno le fondamenta su cui si basa il rapporto che creo con ciascuna persona: non avverrà mai una presa in carico dopo un appropriato colloquio e un'appropriata comprensione del significato della problematica che il paziente attribuisce al proprio disturbo.

La mia regola è: Non esistono protocolli. Non esiste un “numero di sedute”. Non esiste un “trattamento specifico”.

Esiste il paziente, con le proprie caratteristiche, le proprie abitudini, il proprio lavoro, la propria condizione clinica. Esiste un rapporto di fiducia reciproca tra professionista e paziente. Esistono degli obiettivi condivisi con il paziente, passo dopo passo nel percorso, breve o lungo che sia. Esiste il paziente. Non esiste la schiena, il collo o la spalla. Esiste un paziente con il proprio problema.

 

Prima visita: in cosa consiste?

La prima visita, o prima valutazione, ha una durata variabile compresa indicativamente tra i 45 minuti e 1 ora e si divide in 3 momenti principali:

  • il primo colloquio (o anamnesi) durante il quale si discutono con il paziente tutte le problematiche legate al disturbo, si visionano alcuni referti specialistici (visite mediche o altro) e si discutono gli esiti delle indagini strumentali (come la TAC, la risonanza magnetica o la radiografia);
  • l'esame obiettivo (la vera e propria visita) durante il quale il fisioterapista visiterà concretamente il paziente somministrando alcuni test e manovre specifiche per comprendere al meglio la natura della problematica;
  • prima parte di trattamento e prescrizione di esercizi da eseguire a casa con supporto video attraverso l'utilizzo dello smartphone del paziente (sulla base, certamente, della sua decisione e del suo consenso) o in formato scritto.

Come vedremo, il primo colloquio occuperà la parte iniziale della prima visita e sarà seguito, poi, dall'esame obiettivo (la vera e propria visita) e, in ultimo, dall'inizio del trattamento e dalla prescrizione di esercizi specifici da eseguire a domicilio.

 

Il primo colloquio (anamnesi)

 

Il primo colloquio con il paziente costituisce indubbiamente il momento più nobile del percorso in quanto sarà il paziente a fornire le informazioni più importanti. In questa fase il paziente ed il fisioterapista discuteranno insieme:

  • tutti i sintomi (come il dolore, la rigidità, il formicolio o una difficoltà di movimento) con le proprie caratteristiche e problematiche che questi comportano;
  • gli aspetti legati al lavoro, allo sport, alle attività ludiche o qualunque altra attività che possa essere legata al disturbo del paziente (come la difficoltà lavorativa a causa del dolore di un distretto corporeo);
  • la condizione clinica e medica generale (come la presenza di altre patologie di carattere medico, l'assunzione di farmaci per altri motivi o la familiarità per altre patologie);
  • ogni altro aspetto che il paziente o il fisioterapista ritengono possano essere rilevanti per la completa comprensione del caso.

 

Il primo colloquio riveste un'importanza primaria durante la valutazione del paziente, in particolar modo se si tratta di una prima visita di un nuovo paziente. Lo scopo del colloquio, attraverso il riconoscimento di specifici "campanelli d'allarme" (noti in ambito medico come bandiere rosse o red flags), è quello di escludere che i sintomi del paziente siano secondari a una patologie di esclusiva pertinenza medica. Alcuni esempi potrebbero essere, seppur sia estremamente raro che questo accada, sintomi lombari secondari a una infezione spinale o a una frattura.

 

Lo scopo del primo colloquio, oltre ad approfondire lo stato di salute del paziente ed escludere problematiche di competenza medica, sarà quello di garantire al fisioterapista di formulare alcune ipotesi (chiamate in gergo tecnico ipotesi diagnostiche) legate alla natura del disturbo. Una volta identificate le ipotesi possibili, si procederà con l'esame obiettivo (la vera e propria visita successiva al colloquio iniziale) per confermarle attraverso procedure specifiche.

 

 

L'esame obiettivo (la vera e propria visita)

 

 

Dopo aver discusso con il paziente quali potrebbero essere le ipotesi diagnostiche più probabili, il fisioterapista sottoporrà il paziente all'esame obiettivo, la vera e propria visita. Nello specifico, seppur non vi sia una regola specifica sulle modalità di conduzione di questa fase della valutazione, il fisioterapista eseguirà:

  • osservazione statica e dinamica del paziente attraverso la quale osserverà attentamente l'integrità della cute, la presenza di gonfiore o ecchimosi (livido), la presenza di posizioni antalgiche (posizioni assunte a causa del dolore - per evitarlo), la postura globale del paziente e i diversi segmenti corporei dalla testa fino al distretto caviglia-piede;
  • valutazione del movimento attivo attraverso l'osservazione dei movimenti dinamici del distretto corporeo di interesse eseguiti direttamente dal paziente (da qui il nome "attivamente") come, nel caso del dolore di spalla, alcuni movimenti del braccio nello spazio o, nel caso di un dolore cervicale o lombare, alcuni movimenti del collo o del busto, rispettivamente;
  • valutazione del movimento passivo attraverso tecniche manuali specifiche con le quali il fisioterapista muoverà il corpo del paziente rilassato (da qui il nome "passivamente") con lo scopo di valutare la qualità e la quantità di movimento articolare o la presenza di rumori articolari (come scrosci o altri rumori);
  • test specifici come il Lachman Test per la valutazione dell'integrità del legamento crociato anteriore, del Lift Off test per l'integrità della cuffia dei rotatori (e in particolare del sottoscapolare) o gli Springing Test (o test "di spinta" sulle vertebre) in caso di dolore lombare (lombalgia) o dolore cervicale (cervicalgia);
  • palpazione delle strutture ossee, come la rotula in caso di dolore al ginocchio e dell'acromion in caso di dolore di spalla, o muscolari, come il trapezio in caso di cervicalgia o degli ischiocrurali (flessori del ginocchio) in caso di lesione muscolare o dolore a livello della gamba;
  • valutazione dell'estensibilità muscolare come il test dell'angolo popliteo per i muscoli ischiocrurali o il Silfverskiold test per l'estensibilità muscolare del polpaccio;
  • valutazione movimento attivo funzionale come la simulazione del movimento del braccio durante il rovescio nel caso di un pallavolista, del movimento della corsa o del cammino in un runner professionista e dei movimenti del busto che evocano dolore durante le attività lavorative in un paziente con dolore lombare.

 

Oltre a confermare le ipotesi diagnostiche generate al termine del primo colloquio, lo scopo dell'esame obiettivo, in caso di ulteriore sospetto vi siano problematiche di interesse medico a sostegno dei sintomi del paziente, sarà 1) quello di somministrare test specifici di natura specialistica per confermare l'impossibilità di proseguire con il trattamento fisioterapico o 2) quello di rimandare direttamente il paziente, in caso necessario, al medico di medicina generale o allo specialista.

 

Al termine dell'esame obiettivo, il fisioterapista discuterà con il paziente gli esiti della valutazione e la natura del problema emersa alla luce della combinazione delle informazioni del colloquio e dell'esame obiettivo stesso. Successivamente, sarà concordato il trattamento (tipologia, numero di sedute e frequenza mensile) con il paziente che avrà, a questo punto della valutazione, tutte le informazioni necessarie per la comprensione del proprio problema.

 

Un paziente che al termine della propria valutazione non ha perfettamente chiara la natura della propria problematica non ha ricevuto una corretta valutazione e non è stato coinvolto a sufficiente nella comprensione del proprio disturbo. Ogni paziente, al termine della propria visita - qualora sia possibile - dovrà avere tutte le informazioni relative al proprio stato di salute.

 

Concordata la tipologia e la frequenza dei trattamenti, lo step successivo della prima visita sarà quello di impostare un trattamento preliminare, prescrivere esercizi specifici da eseguire a casa in modo che il paziente possa essere in grado di lavorare per risolvere il proprio problema anche in autonomia e di rivalutare l'esito di tale trattamento preliminare.

 

Prima parte di trattamento e prescrizione di esercizi

 

Al termine di tutta la valutazione, il fisioterapista e il paziente inizieranno il trattamento preliminare concordato nelle fasi precedenti. Nello specifico, il fisioterapista potrà proporre al paziente:

  • tecniche manuali come le mobilizzazioni o manipolazioni articolari e le tecniche muscolari;
  • esercizi terapeutici specifici come gli esercizi di rinforzo muscolare, di miglioramento del controllo motorio, di incremento dell'estensibilità ed elasticità muscolare o di incremento della resistenza muscolare o di incremento della mobilità articolare (o riduzione della rigidità).

Successivamente, al termine del trattamento preliminare, il fisioterapista prescriverà esercizi terapeutici specifici al proprio paziente in modo da rendere il paziente stesso in grado di essere autonomo nella gestione del proprio problema anche nel momento in cui non è sotto la supervisione del fisioterapista. Le modalità con cui il fisioterapista potrà prescrivere gli esercizi terapeutici specifici al paziente sono essenzialmente due:

  • video;
  • formato scritto.

 

Sedute successive

Le sedute successive saranno concordate insieme al paziente. Non esiste un numero specifico di sedute: la programmazione dipende dalla tua condizione clinica e non esistono (fortunatamente) cicli di "tante sedute".

Il mio motto, come già avrai letto in altre sezioni del sito è: "Poche sedute: quelle che contano".

 

 

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