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Fisioterapista: cosa fa e quando rivolgersi 

 

Chi è il fisioterapista?

Il fisioterapista è il professionista sanitario in possesso della laurea triennale abilitante alla professione. Il fisioterapista è il professionista sanitario che si occupa di prevenzione, valutazione, trattamento e riabilitazione o rieducazione di tutte le patologie muscolo-scheletriche, respiratorie, ortopediche, sportive, cardiologiche, neurologiche e pediatriche. Collaborando a stretto contatto con gli altri professionisti sanitari e con il personale medico (medico di medicina generale e medico specialista), svolge il ruolo di rieducatore e riabilitatore di tutte le patologie muscoloscheletriche e delle conseguenze di altri eventi patologici riconducibili a patologie di interesse medico.

Secondo il Decreto ministeriale del 14 settembre del 1994, n741, articolo 1 (in GU 9 gennaio 1995, n. 6): “il fisioterapista è l’operatore sanitario, in possesso del diploma universitario abilitante, che svolge in via autonoma, o in collaborazione con altre figure sanitarie, gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori, e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, a varia eziologia, congenita od acquisita”.

Il fisioterapista abilitato alla professione è esclusivamente il professionista sanitario che ha conseguito la laurea triennale di primo livello in fisioterapia e che, allo stesso tempo, è iscritto all’albo dei fisioterapisti – requisito indispensabile all’esercizio professionale. Dal 2018, infatti, ciascun paziente è in grado di discernere un vero fisioterapista da un professionista non abilitato alla professione e non laureato attraverso la ricerca di tutti gli iscritti sul sito dedicato alla Federazione nazionale Ordini TSRM-PSTRP che, in questo articolo, abbiamo definito per semplicità albo dei fisioterapisti.

 

Cosa fa il fisioterapista?

Il lavoro del fisioterapista ritrova applicazione in numerosi ambiti della salute. Primo tra tutti, probabilmente anche il più conosciuto, è quello della riabilitazione, nota anche come riabilitazione motoria, rieducazione, rieducazione funzionale o altri termini che, sostanzialmente, sono sinonimi tra loro. Alcuni esempi di riabilitazione sono i percorsi terapeutici intrapresi dai pazienti dopo una distorsione di caviglia, dopo una lesione (strappo) muscolare, dopo un infortunio che ha imposto l’immobilizzazione di un distretto corporeo (come il periodo successivo a una frattura ossea) o, ancora, dopo un intervento chirurgico ortopedico di qualunque natura (come ad esempio quello per la sindrome del tunnel carpale, dell’ernia del disco o della ricostruzione della cuffia dei rotatori).

Quello che fa realmente il fisioterapista, però, è molto di più. Se ci soffermassimo unicamente a identificare il fisioterapista come mero esecutore di tecniche manuali o come “prescrittore” di esercizio terapeutico, probabilmente, “ci perderemmo dei pezzi”. Il fisioterapista, infatti, attraverso la propria formazione universitaria, apprende metodiche di valutazione che lo rendono autonomo nell’esercizio della propria prescrizione. Alcune di queste metodiche sono:

  • valutazione del ROM (ampiezza di movimento) articolare;
  • valutazione della forza muscolare;
  • valutazione della estensibilità (“lunghezza”) muscolare;
  • valutazione del gesto funzionale (come salire o scendere le scale, il movimento del servizio nel tennis o la corsa);
  • valutazione della coordinazione motoria;
  • valutazione della resistenza muscolare;
  • valutazione della rigidità muscolare;
  • valutazione della rigidità o restrizione di movimento articolare;
  • valutazione dell’intensità del dolore o di altri sintomi.

Così come si occupa della valutazione di tutti gli elementi riportati nelle righe precedenti, il fisioterapista si occupa anche del loro trattamento, della loro rivalutazione nel corso del tempo e nella gestione della problematica nel lungo termine.

C’è bisogno della prescrizione o dell’indicazione medica per rivolgersi al fisioterapista?

Assolutamente no. Il fisioterapista laureato e in possesso dei requisiti per l’esercizio della professione è in grado di sottoporre il paziente a uno screening finalizzato al riconoscimento delle condizioni cliniche che non sono di sua pertinenza. In altre parole, dal momento che ciascun cittadino ha il diritto di potersi rivolgere al fisioterapista come primo professionista della salute, il fisioterapista è in grado di identificare tutta una serie di campanelli d’allarme (definiti, in gergo tecnico, bandiere rossered flags – in inglese) che indicano la potenziale presenza di patologie più serie. Alcune (non tutte) di queste bandiere rosse sono:

  • febbre;
  • perdita di peso inspiegabile;
  • sudorazione notturna;
  • malessere generale;
  • dolore notturno incessante e progressivo;
  • deficit neurologici importanti.

Il riconoscimento di questi campanelli d’allarme fa del fisioterapista un professionista appropriato, efficiente e responsabile: ogni cittadino, infatti, potrebbe recarsi dal fisioterapista in ogni momento attraverso una modalità che viene definita in ambito medico “accesso diretto”, ovvero il momento nel quale il personale non medico si interfaccia con il paziente in qualità di primo punto di contatto in ambito sanitario. In sintesi, il fisioterapista sa identificare le situazioni cliniche che non sono di sua competenza e, attraverso un processo che viene chiamato “referral”, rimanderà il paziente al medico per ulteriori approfondimenti. Questo, senza dubbio, è il requisito più importante e indispensabile per esercitare la professione.

Allo stesso tempo, certamente, il paziente si reca dal fisioterapista in possesso di una diagnosi medica (come lombalgia, artrite psoriasica, esiti di ictus o altre patologie) e indicazione al trattamento fisioterapico. Anche in questo caso, il ruolo del fisioterapista sarà quello di ri-valutare il paziente a 360° dal punto di vista riabilitativo, in quanto la diagnosi medica sarà necessaria (in questi casi specifici – ma come abbiamo visto non sempre) ma non sufficiente per intraprendere il corretto percorso di rieducazione e di trattamento.

 

Qual è il percorso di formazione specifico del fisioterapista?

Il fisioterapista, come approfondito nelle righe precedenti, deve conseguire una laurea triennale di primo livello e superare l’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio professionale. Questo titolo, allo stato attuale, è sufficiente per poter visitare, trattare e gestire pazienti in uno studio professionale in regime privato, in ambito ospedaliero per pubbliche amministrazioni o in altri centri, ambulatori o poliambulatori. Tuttavia, il crescente bisogno di qualità del servizio richiesto nell’ambito della salute, probabilmente, tale titolo non risulta più sufficiente per “restare” al passo con il progresso scientifico verificatosi negli ultimi anni. Per questo motivo, dopo la laurea triennale, molti fisioterapisti hanno intrapreso un percorso di specializzazione post-laurea per approfondire gli ambiti di proprio interesse in modo più approfondito. Nel mio caso, il percorso di specializzazione è stato quello del Master in Riabilitazione dei Disordini Muscoloscheletrici dell’Università di Genova, dove ora ricopro il ruolo di Collaboratore alla Docenza. Ad ogni modo, tali master possono essere incentrati sull’ambito respiratorio, neurologico, pediatrico, cardiologico o altri ambito di interesse del professionista.

Un altro percorso che può essere intrapreso dopo la laurea o dopo un master di specializzazione, è quello della laurea magistrale, comune a tutte le professioni sanitarie. Tale laurea ha un connotato meno clinico e più, se vogliamo, gestionale, e approfondisce aspetti legati all’organizzazione delle strutture sanitarie, legislazione in ambito sanitario, ricerca e altro ancora.

Come ulteriore e ultimo step, al di là dell’ovvia considerazione per cui un professionista potrebbe approfondire argomenti specifici frequentando un numero di master o corsi di laurea sulla base dei propri interessi, il fisioterapista potrebbe conseguire il dottorato di ricerca (PhD), titolo che rappresenta il più alto grado di formazione in ambito universitario e che consente di accedere al ruolo di ricercatore, professore universitario o altri ruoli.

Cosa fa il fisioterapista sportivo?

Il fisioterapista sportivo è il professionista che ha approfondito (attraverso master di specializzazione o altri percorsi non universitari) l’ambito, appunto, sportivo. E’ un professionista altamente specializzato nella gestione degli infortuni e nelle problematiche legate alla popolazione sportiva di ogni livello e di ogni tipologia di attività praticata, collabora con staff tecnici composti da preparatore atletico, medico, altri specialisti coinvolti nel team e si occupa, principalmente, della valutazione delle disfunzioni muscoloscheletriche ed ortopediche che colpiscono questa tipologia di popolazione.

 

Quando rivolgersi al fisioterapista?

Sarà necessario rivolersi al fisioterapista in tutti quei casi di:

  • limitazione del movimento di un distretto corporeo (come ad esempio spalla, ginocchio, anca, collo o altro) o di un movimento (come l’elevazione del braccio o la flessione – piegamento – del ginocchio;
  • difficoltà nei movimenti nelle attività di vita quotidiana (difficoltà a salire le scale, difficoltà nei movimenti del braccio nelle faccende di casa o difficoltà nella corsa);
  • riduzione della forza muscolare (da inattività conseguente a eventi patologici, da interventi chirurgici o “disallenamento”);
  • interventi chirurgici di ogni natura;
  • condizioni dolorose (lombalgia, discopatia, cervicobrachialgia, fascite plantare o qualunque altra condizione di dolore);
  • condizioni di rigidità (come il collo rigido, la rigidità percepita a livello della schiena o della spalla o altre condizioni di rigidità).

Il fisioterapista si occupa del movimento e del corpo in generale. Pertanto, in qualunque problematiche infici lo stato di salute generale della persona il fisioterapista ritrova il proprio ruolo centrale, sia individualmente che in collaborazione con altre figure professionali.

Riassunto finale: fisioterapista, cosa fa?

Il fisioterapista, o meglio il fisioterapista specializzato (come una formazione post-master, ad esempio), è il professionista a cui rivolgersi in caso di problematiche fisiche e di disabilità del nostro corpo. Attraverso la propria accurata valutazione, saprà proporre a ciascun paziente il percorso più appropriato che consiste, essenzialmente, in trattamenti svolti dal fisioterapista stesso (come le tecniche manuali) e in prescrizioni di esercizi specifici (definiti “terapeutici” in ambito medico).

 

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